Lutto: elaborarlo e superarlo

Lutto è anche sinonimo di dolore: un dolore immenso dovuto alla morte di una persona che amiamo. Come è possibile elaborare e superare il lutto? Come è possibile accettare la morte come parte integrante della vita?

La morte fa parte della vita, è vero. Nasciamo per morire, è l’unica certezza della nostra vita. Tutti sappiamo di non essere immortali, tutti conosciamo il nostro destino di uomini, eppure la morte, quando ci tocca da vicino, ci sconvolge. E’ come se solo in quel momento realizzassimo che esiste davvero, che la vita è un cammino verso di lei, e che tutti, poveri o ricchi, assassini o uomini pii, prima o poi la incontrano.

La morte, quando tocca a noi, è la fine della vita; se siamo fortunati ci arriviamo in un’età avanzata e, se siamo ancora più fortunati, moriamo in modo indolore o quasi, magari a seguito di una morte rapida che ci fa soffrire poco. Ma se siamo sfortunati, la morte ci coglie all’improvviso, magari a metà della nostra vita, in mezzo a nuovi progetti che avremmo voluto realizzare, e cosa ancora più traumatica è se la sofferenza e il dolore fisico ci accompagna fino alla fine.

Quando la morte ci prende, non ci siamo più e non ci saremo mai più. La nostra esistenza è finita. Ma se è tanto difficile accettare questa realtà per ognuno di noi, non è più facile sopravvivere alla morte di una persona che amiamo. La morte, infatti, può non coinvolgere noi in prima persona, ma la persona che ci ha cresciuti, nostra madre o nostro padre; può coinvolgere nostro fratello o nostra sorella con i quali abbiamo condiviso ogni minuto della nostra vita; ma può, in alcuni drammatici casi, toccare anche a nostro figlio, quel figlio che abbiamo cresciuto con tanto amore e con tanta cura e che in un attimo ci viene portato via strappandolo dalle nostre braccia.

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Superare il dolore della perdita di coloro che amiamo, è un processo difficilissimo e molto lungo. Anche quando la morte è aspettata, come nel caso di un genitore anziano e malato da tempo, la sofferenza di lasciarlo andare è molto forte: la mancanza si fa sentire anche se eravamo pronti, perché in realtà non siamo mai pronti alla morte dei nostri genitori. Tuttavia, assistere finalmente alla fine della sofferenza nel corpo di chi amiamo, molto spesso ci aiuta a superare il lutto che, in questi casi, evolve quasi sempre in modo graduale e sano, fino alla completa elaborazione dopo circa otto mesi, un anno.

Ma quando la morte arriva inaspettata, come nel caso di un incidente che può coinvolgere il nostro compagno o la nostra compagna, se non ancor peggio nostro figlio, in un attimo il mondo sembra crollarci addosso, perdendo qualsiasi punto di riferimento e sicurezza. Per quanto il lutto di per sé non sia uno stato patologico, in questi casi è accompagnato da sensazioni ed emozioni devastanti, a tratti insopportabili: la perdita improvvisa lascia dentro di noi un vuoto privo di senso, un abisso incolmabile. Stordimento, intontimento, smarrimento sono generalmente le prime reazioni che proviamo in questi casi: si tratta di una reazione naturale e difensiva del nostro organismo che attutisce il colpo inferto dal trauma. Spesso, in questa prima fase, sopraggiungono inappetenza, difficoltà di concentrazione e perdita di qualsiasi tipo di interesse. Solo successivamente, passato lo stordimento iniziale, la morte viene vissuta come un fatto inaccettabile ed è per questo motivo che in questa fase di elaborazione del lutto sopraggiunge la rabbia: una rabbia esplosiva, una disperazione estrema, a tratti aggressiva. Ma anche questa fase è destinata a finire; al posto della rabbia ad un certo punto sopraggiunge il dolore, quello profondo, quello reale, quello che non riuscivamo a sentire inizialmente perché non lo avremmo mai tollerato.

Il tempo aiuta senza dubbio a guarire anche le più profonde ferite: cicatrizza anche ciò che non avremmo mai creduto si potesse cicatrizzare, ma in alcuni casi la ferita è talmente profonda che il solo passare del tempo non basta. In questi casi un aiuto psicologico è fondamentale per facilitare l’elaborazione del lutto, dal momento che permette di superare quei blocchi emotivi che spesso impediscono che il processo si concluda in maniera sana e che la vita, per quanto mai più come prima, torni a sorridere.

Ilaria Artusi
L'autrice: Ilaria Artusi
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica, training autogeno ed autoipnosi. Svolgo attività di consulenza clinica, sostegno psicologico e psicoterapia rivolta al singolo, alla coppia e alla famiglia. Tengo cicli di incontri di divulgazione psicologica rivolti a un pubblico di non specialisti.

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