La paranoia: quante forme di paranoia esistono?
Capita spesso, nell’arco di una vita, di ripensare ad un evento del passato e dire tra sé e sé ‘Se fosse andata diversamente forse ora…, se avessi fatto questo o quest’altro…!’; così come è frequente la sensazione di imbarazzo quando ci troviamo di fronte a persone che non conosciamo per l’idea di poter fare una figuraccia; più raramente, ma non troppo, succede di essere convinti che quella persona o quelle persone possano pensare male di noi ‘sparlando’ alle nostre spalle, per lo sguardo che ci hanno lanciato o per quella loro azione poco gentile nei nostri confronti.
Sensazioni e pensieri, questi, che rientrano assolutamente nella normalità, quella normalità di noi esseri umani che costantemente interagiamo e comunichiamo – sia a parole che con i nostri comportamenti – e quindi inevitabilmente ci influenziamo gli uni con gli altri. Il grande maestro Paul Watzlawick scriveva nella Pragmatica della Comunicazione Umana ‘non è possibile non comunicare’ così come ‘non è possibile non interagire’: ne consegue che, dal momento in cui veniamo al mondo, abbiamo un’influenza sugli altri e gli altri hanno un’influenza su di noi.
La normalità, però, può lasciare spazio alla patologia quando queste sensazioni e queste idee si fanno più frequenti e più fastidiose. Quando ciò avviene, la persona non riesce più a vivere una vita serena – diversamente da coloro che lasciano scivolarsi di dosso qualche brutto pensiero o superare in poco tempo qualche brutta sensazione –, perché non più in grado di ‘non pensare’ a quell’evento che non doveva accadere o a quello sguardo di quella persona; tutto il resto passa in secondo piano, tutto è offuscato da rimuginazioni continue su di sé e sugli altri ed è comprensibile come, a questo livello, gestire la propria vita come sempre fatto diventa un’impresa estremamente difficile.
Ma chi può essere una persona che arriva a tanto, che se la prende per così poco?
Purtroppo sono le persone che soffrono di paranoia; e per chi soffre di paranoia anche il ‘così poco’ può diventare qualcosa di ‘enorme e devastante’ per la propria vita.
La paranoia, così come la maggioranza dei problemi psicologici, presenta infinite sfaccettature, ma soprattutto ha diversi livelli di gravità. Tutti noi, come spiegato prima, siamo un po’ ‘sanamente paranoici’, ma quando il grado di paranoia supera un certo limite, un certo livello, diventa una vera e propria malattia che richiede, quanto prima, un intervento psicologico-psicoterapeutico e dove necessario, cioè nei casi molto gravi, anche farmacologico.
Le forme meno gravi di paranoia, ma anche le più diffuse, sono quelle legate o a ciò che è avvenuto nel passato, ormai immodificabile, o a quello che potrà avvenire nel futuro, atteso come negativo e catastrofico. In particolare il ‘paranoico del passato’ è una persona legata all’idea di un passato in cui ha fallito e sul quale, ormai, non può più intervenire; la sofferenza nasce dal fatto che tutto ciò non viene vissuto come un errore dal quale trarre il vantaggio di imparare per esperienze successive ma come un evento che ‘non doveva accadere’. Il passato, in altre parole, non viene accettato come tale e il presente è vissuto inesorabilmente come un tempo estremamente infelice dal momento che, per queste persone, non è altro che un prolungamento del passato stesso. Il ‘paranoico del presente-futuro’, invece, si preoccupa costantemente per ciò che potrebbe accadere nella sua vita, o perché lui stesso responsabile del fatto ‘drammatico’, o perché, invece, il destino ha previsto per lui cose negative di cui lui non è il responsabile ma contro cui non può, purtroppo, fare niente.
In entrambi i casi, sia che la paranoia sia legata al passato o al presente-futuro, le persone mostrano un atteggiamento di sfiducia verso sé stessi, si sentono incapaci e per questo tendono o a ritirarsi evitando di fare le cose o a farne di meno e meno difficili perché temono di non esserne all’altezza.
Ma la forma più grave di paranoia, definita anche come ‘paranoia con manie di persecuzione’, è quella nella quale si ha la convinzione che le altre persone siano pericolose e minacciose; conseguenza di questa idea è una rabbia spropositata che la persona può provare o verso ‘altri specifici’ – un familiare, un amico o un estraneo, a seguito di un particolare evento accaduto –, oppure verso tutto e verso tutti, in altre parole verso il mondo intero. Per capire meglio chi è il paranoico con manie di persecuzione, che mostra costantemente un atteggiamento aggressivo e di difesa verso gli altri, possiamo utilizzare questa immagine: è colui che partendo da un granellino di sabbia – ossia un piccolo evento realmente accaduto – ci costruisce sopra una montagna – cioè veri e propri deliri dei quali poi subisce gli effetti. Più precisamente la persona con manie di persecuzione parte dall’idea che gli altri ce l’abbiano con lui, che siano cattivi e ostili; poi tende nel tempo ad assecondare questa stessa idea attraverso le sue azioni, i suoi comportamenti: credendo, cioè, che gli altri gli siano nemici, si atteggia in modo scontroso, minaccioso, aggressivo; ma così facendo porta gli altri a rispondergli nella stessa maniera; in questo modo, però, dal punto di vista del paranoico, l’atteggiamento degli altri non è altro che la conferma della veridicità della sua idea iniziale. In questo modo quella che era solo una idea si trasforma per lui in verità: ormai è certo che gli altri gli siano nemici, che ce l’abbiano con lui, e l’iniziale timore che questo fosse vero lascia definitivamente il posto alla certezza, e dunque alla rabbia estrema. Il paranoico è l’esempio emblematico di come ‘la realtà che si costruisce è la realtà che poi si subisce’.
Nonostante la gravità di questo disturbo, soprattutto nella forma persecutoria, dalla paranoia si può guarire. Certo non è né semplice né, spesso, indolore, – e questo sia per il paziente che viene a chiedere aiuto, sia per il terapeuta che deve aiutarlo ad uscire dalla sua sofferenza –; tuttavia la Terapia Breve Strategica ha messo a punto protocolli specifici di trattamento che guidano il terapeuta nel duro lavoro che un paranoico richiede.
La difficoltà forse più grande nel trattamento di questo disturbo è il fatto che molto spesso la persona che soffre di paranoia, soprattutto chi ha manie di persecuzione, molto difficilmente decide di chiedere aiuto per superare le sue difficoltà – per lei, infatti, sono gli altri ad essere sbagliati e ad essere ostili –; così come altrettanto difficilmente accetta il consiglio di farsi aiutare da parte di un familiare o di un amico. In effetti molto spesso il tipo di terapia con pazienti paranoici con manie di persecuzione è di tipo indiretto, fatta cioè attraverso l’intervento sui familiari che poi andranno ad agire sul paziente.
E’ fondamentale – cosa questa che voglio ribadire – che la paranoia, sia nelle sue forme più lievi che nelle sue forme più gravi, venga curata non appena insorge, o quanto meno che non passi un tempo troppo lungo: infatti ogni giorno che passa è come se al granellino di sabbia ne venisse aggiunto un altro, poi un altro e poi un altro… inesorabilmente, se non arriva presto l’onda che spazza via tutto, la montagna si costruisce, e se troppo imponente qualsiasi onda vi rimbalzerà senza essere in grado di distruggerla.
Ecco perché è importante che i familiari o gli amici che notano sul proprio familiare o amico atteggiamenti che potrebbero essere riconducibili alla paranoia non aspettino troppo tempo a chiedere aiuto: se l’idea della terapia non viene da lui accettata è importante che cerchino di aiutarlo indirettamente attraverso le indicazioni che un terapeuta saprà dare loro.
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