La Dipendenza da droghe purtroppo è molto diffusa, soprattutto tra i giovani.
E’ il timore di ogni genitore di un figlio adolescente: che possa prendere una ‘brutta strada’, che possa incontrare persone che lo influenzino a tal punto da farlo cadere nel mondo della droga. Sì, perché quella della droga è una realtà, è una piaga sociale, è l’altra faccia della luna: nera, in ombra, che non si vede ma che tuttavia esiste, e che proprio per questo è ancora più terribile. Anche perché la droga, purtroppo, non ha un solo volto, e spesso è difficile capire se il proprio figlio possa o meno farne uso. E’ ormai risaputo che gli occhi parlano più di qualsiasi altra cosa: se sono rossi, con le pupille dilatate, se i vestiti e i capelli hanno un odore forte, diverso da quello di sigaretta, come genitori dovremmo drizzare le antenne… ma allora perché molti non se ne accorgono? E poi, esistono solo le ‘canne’? Sfortunatamente no. Quelle sono forse le meno pericolose: cocaina, ecstasy, eroina… queste le vere ombre da temere, i veri nemici dell’età in cui tutto si scopre e in cui si assapora per la prima volta la libertà: l’adolescenza. E’ senza dubbio una bellissima età ma anche molto difficile: i ragazzi vanno incontro a rapidi e profondi cambiamenti sia fisici che psicologici, devono affrontare le loro paure, i giudizi degli altri e si scontrano con la dura realtà di non essere più al centro del mondo, come era fino a qualche anno prima, fino a quando erano bambini. E’ un’età in cui il ragazzo deve tirare fuori la sua personalità, deve imparare a conoscersi fino in fondo e questo è un compito non certo facile, soprattutto per chi ha una personalità ‘debole’: il rischio è che si lasci trascinare da chi gli promette di diventare più forte se solo trova il coraggio di provare… ‘anche solo una volta e starai meglio’. In realtà saper dire ‘NO grazie’ è essere veramente forti: accettare è invece entrare in un tunnel dal quale difficilmente si esce, se non con enormi sacrifici e con tanta forza di volontà. Non si può di certo pensare che esista un solo ed unico motivo per cui il ragazzo finisce per drogarsi: personalità debole, storia familiare, amicizie: nel viaggio di risalita verso la vita il percorso terapeutico prevede infatti di affrontare uno per uno questi aspetti, se solo c’è una forte motivazione alla base per il ragazzo che decide di volerne uscire definitivamente. Ma c’è un motivo in particolare, che si tende troppo spesso a dimenticare, per cui la droga ha un potere così forte : la droga dà un piacere estremo, tanto da diventare l’unico piacere della vita. Tutto il resto viene dopo, lo scopo della vita – di ogni singola giornata – è procurarsi la ‘roba’, senza più progetti futuri e senza più grandi aspirazioni. E spesso quando abbiamo a che fare con il piacere, la cosa più difficile per tutti noi è concederselo in maniera controllata ed equilibrata: per fare un semplice esempio si pensi solo a come spesso, di fronte ad un dolce delizioso, è più facile mangiarne troppo piuttosto che una quantità ‘giusta’; oppure si pensi come sia facile fare le ore piccole quando ci divertiamo e stiamo piacevolmente in compagnia. Questo è tanto più vero quando il piacere di cui dovremmo avere il controllo è la droga: qui ogni forma di regola sembra vana, le persone perdono qualsiasi forma di controllo di fronte al suo piacere. In effetti nella nostra cultura la parola droga richiama spesso il termine ‘dipendenza’ e ‘incontrollabilità’; i termini ‘droga’ e ‘controllo’ sono difficili da conciliare, se per controllo si intende la capacità di chi ne fa uso di ‘dominare’ le droghe. Piuttosto è ben radicata l’idea contraria: è la droga ad impossessarsi della vita dell’individuo fino a dominarlo, facendogli compiere azioni che non vorrebbe compiere oppure spingendolo a trascurare compiti che invece vorrebbe adempiere. La droga sembra distruggere quindi il ‘libero arbitrio’, inducendo una vera e propria ‘malattia della volontà’: supporre che chi usa droghe possa esercitare forme di autocontrollo sul proprio consumo sembra dunque una contraddizione in termini. In realtà se parliamo di alcool non sembra proprio che ciò sia vero, dal momento che gran parte degli individui è in grado di controllare il bere, grazie anche all’aiuto di regole sociali; anche se parliamo di marijuana il discorso deve essere necessariamente più sfumato, dal momento che molte persone ne fanno un uso che non sfocia in abuso; ma se allarghiamo il discorso alle droghe pesanti queste appaiono in effetti difficilmente ‘dominabili’. E’ per questo che è bene dire con grande chiarezza che l’estremo piacere che può indurci una sostanza come la cocaina o l’eroina è accompagnato inevitabilmente dalla estrema difficoltà di vivere senza, e che essa finisce facilmente per renderci suoi schiavi. Solo un lungo e faticoso percorso di comunità, insieme a un grande lavoro interiore, può aiutarci a liberarcene e a disintossicarsi completamente.
Per concludere: ai ragazzi vorrei dire che nella vita spesso le strade apparentemente più semplici sono quelle che alla fine risultano essere le più complicate: la strada che conduce verso la droga è senza dubbio in discesa ma la salita che poi si deve affrontare per uscirne non ha pari. E ai genitori direi questo: non facilitate troppo la vita a vostro figlio, non rimuovetegli troppi ostacoli, solo così potrà crescere forte e solo così potrete aiutarlo a non cadere nel terribile mondo della droga.
Pingback: L'adolescenza... l'età del cambiamento - Dott.ssa Ilaria Artusi
Pingback: L'adolescenza... l'età dei conflitti - Dott.ssa Ilaria Artusi
Pingback: L'adolescenza... e la droga - Dott.ssa Ilaria Artusi