Psicologia dell’Emergenza ai tempi del Coronavirus.
La ricerca ha evidenziato che l’esperienza di vivere una situazione di distruzione, di perdita di case e familiari e l’essere esposti a scene terrificanti, costituisce un fattore di rischio grave per la salute mentale di adulti e bambini. Oltre a questo il trauma causato da disastri collettivi può interferire con le funzioni sociali, cognitive ed emotive (Fletcher, 2003).
La tragica emergenza che tutta l’Italia e tutto il mondo sta vivendo in questo momento a causa del Covid-19, meglio conosciuto come Coronavirus, provoca una situazione psicologica di esaurimento emotivo molto elevata non solo negli individui e nelle famiglie con persone care ammalate o decedute, ma nel gruppo e nell’intera comunità: dalla propria città, alla propria regione, alla propria nazione a tutto il mondo.
Di fronte ad un disastro collettivo come quello che stiamo vivendo da alcuni mesi a questa parte, ogni individuo reagisce con reazioni di stress e di dolore emotivo che hanno un effetto nell’ambito della salute non solo nell’immediato ma anche a lungo termine.
In una tale situazione una limitata dose di paura e allerta sono necessarie, anzi fondamentali per potersi attivare senza perdere di lucidità. Seguire le poche ma preziose indicazioni delle autorità sanitarie richiede un minimo di attivazione. In realtà il limite tra una funzionale attivazione (eustress o stress positivo) e un eccesso di allerta con comportamenti poco lucidi e controproducenti (distress o stress negativo) è sottile.
Purtroppo sempre più spesso la paura in queste circostanze diviene talmente grande da trasformarsi in angoscia incontrollabile, angoscia di qualcosa che non conosci e non puoi gestire, e ciò sviluppa nella maggior parte dei casi una sintomatologia ansiosa che si può manifestare con Attacchi di Panico, Ansia Generalizzata o Ipocondria.
Le reazioni più comuni al Coronavirus che possono durare alcuno giorni o settimane, sono:
– intrusività, ossia immagini ricorrenti e intrusive dell’evento (Flashback);
– evitamento, cioè il tentativo di evitare pensieri o sentimenti correlati al trauma;
– iperarousal, cioè l’aumentata attivazione psicofisiologica;
– umore depresso e pensieri negativi persistenti, ossia credenze negative su di sé e sul mondo.
Vi sono segnali da stress molto chiari che nessuno di noi deve sottovalutare in una tale circostanza:
- Disturbi del sonno,
- Difficoltà di concentrazione
- Difficoltà di memoria
- Affaticamento
- Irritabilità
- Isolamento
Purtroppo l’esposizione cumulativa ad eventi traumatici a cui siamo sottoposti in questo periodo, rischia di sviluppare un DPTS (Disturbo Post Traumatico da Stress) dal momento che i legami associativi rimangono in un continuo stato eccitatorio e vengono ulteriormente sensibilizzati dopo ciascuna esposizione.
Quale tipo di supporto psicologico possiamo dare noi psicologi e psicoterapeuti in questo momento di emergenza e in che modo?
- SUPPORTO TELEFONICO
Senza dubbio è un aiuto importante, grazie al quale è possibile abbassare il livello di emotività delle persone e attivare la loro resilienza e le loro risorse interne.
- SUPPORTO PSICOLOGICO ONLINE
E’ possibile utilizzare l’online (Skype o videochiamate whastapp) per fare sedute di supporto psicologico. In particolare è possibile un intervento precoce con EMDR, approccio psicoterapeutico meglio integrabile ed adattabile ai contesti di post-emergenza. Lavorare con l’EMDR garantisce non solo di elaborare le emozioni legate alla situazione di emergenza, metabolizzandole in senso più funzionale, ma permette anche di istallare delle risorse interne grazie alle quali la persona avrà un’importante crescita post-traumatica.