Come alimentare l’ autostima del proprio figlio

Come può, un genitore, alimentare l’ autostima del proprio figlio?

Secondo un vecchio adagio, l’efficacia delle cure parentali consiste nel dare al bambino in primo luogo delle ‘radici’ per crescere e in secondo luogo delle ‘ali’ per volare: in altre parole, ciò che occorre al bambino è la sicurezza di una base solida e abbastanza fiducia per staccarsene. Ciò può essere possibile solo se il figlio vive in un giusto equilibrio tra il sentirsi protetto e il sentirsi libero: l’iperprotettività di alcuni genitori, in effetti, spesso impedisce al bambino di uscire dall’infanzia; al contrario, la scarsa protettività di altri genitori può indurre il figlio a mettere in atto risorse non ancora sviluppate e non adeguate alla sua età; con conseguenze deleterie per lo sviluppo della propria autostima in entrambe le condizioni.

Stanley Coopersmith, autore di una delle opere più importanti sull’autostima, scoprì che non esisteva alcuna correlazione tra l’autostima del figlio e fattori come l’agiatezza, l’istruzione, l’area geografica, la classe sociale, l’occupazione del padre o il fatto che la madre fosse sempre a casa. Scoprì invece che ciò che contava era la qualità del rapporto tra il bambino e gli adulti importanti della sua vita: i genitori per primi, ma non solo loro. In effetti, è ormai certo – come sostiene Branden nel suo libro I sei pilastri dell’autostima – che il comportamento dei genitori da solo non basta a decidere il corso dello sviluppo psicologico del figlio: a volte nella vita di un bambino ha maggiore influenza un insegnante, oppure un nonno o un vicino.

Al di là di eventuali influenze di persone esterne alla famiglia, in questo articolo mi preme porre l’accento sui genitori, dal momento che è indubbio che siano proprio loro i primi che, con il loro comportamento, possono rendere più facile o, ahimè, più difficile per un figlio sviluppare una sana autostima; attraverso i genitori, cioè, il figlio può più facilmente o, al contrario con più difficoltà, imparare a far propri i sei ingredienti necessari per avere, una volta adulto, stima in sé stesso: la consapevolezza di sé, l’accettazione di sé, il senso di responsabilità, l’autoaffermazione, la scelta di obiettivi e l’integrità (https://www.ilariaartusi.it/2019/01/autostima-e-valore-di-se-i-sei-pilastri-dellautostima/).

Scopo di questo mio articolo è, dunque, aiutare i genitori a identificare quegli aspetti che possono servire al figlio per crescere dandosi valore e amandosi e raggiungere, una volta adulto, l’autostima. Vediamoli dettagliatamente:

  1. Uno dei bisogni fondamentali per un figlio è il bisogno di sicurezza: i genitori, cioè, devono essere in grado di creare un ambiente in cui il bambino si senta sicuro e curato. Solo in un tale contesto, infatti, potrà emergere una mente che in seguito potrà fidarsi di sé stessa e potrà svilupparsi una persona con un chiaro senso dei confini. Purtroppo circostanze negative, come la presenza di un padre fisicamente violento o di una madre instabile, imprevedibile e con disturbi emotivi o di un familiare particolarmente minaccioso, possono indurre nel bambino una sensazione di terrore dal quale non può fuggire, che suscita inevitabilmente una insopportabile e dannosa sensazione di impotenza. Purtroppo più grande è il terrore provato da bambini, e prima se ne ha esperienza, più è difficile costruirsi un senso solido dell’io. Essere dei bravi genitori significa proprio proteggere i propri figli da questa sensazione distruttiva.
  2. Un altro bisogno fondamentale per un figlio è il contatto fisico, dal momento che è uno dei mezzi più potenti a disposizione per trasmettere amore. I bambini che purtroppo crescono senza questo beneficio, spesso si portano dentro un dolore che non sparisce mai del tutto. Nel loro rispetto per sé stesso c’è un buco. Il dolore di questa privazione infantile è difficile da sopportare e in genere viene represso. Per rendere più tollerabile l’esistenza, la persona, una volta adulta, adotta la strategia di avvolgere la psiche in una sorta di nebbia: evita la consapevolezza di sé, spesso ammalandosi di una malattia psicologica. A volte questo schema dura tutta la vita.
  3. Il bambino ha necessità di essere trattato con amore perché in questo modo tenderà ad interiorizzare questo sentimento e a vivere sé stesso come degno di amore. L’amore, altro bisogno fondamentale per un figlio, si trasmette attraverso l’espressione verbale, le premure, la gioia e il piacere che un genitore mostra per la semplice esistenza del figlio. Un padre e una madre saranno efficaci quando sapranno manifestare rabbia o delusione per ciò che il figlio può aver commesso, senza però trasmettere la negazione dell’amore: in altre parole i genitori efficaci sanno insegnare senza ricorrere al rifiuto, non mettendo in gioco il bambino come essere umano.
  4. Altro aspetto fondamentale per lo sviluppo di una sana autostima in un figlio è che quest’ultimo senta accettati dai genitori i suoi sentimenti e i suoi pensieri: l’accettazione di ciò che il bambino sente e pensa, infatti, è una reazione che il figlio tende ad interiorizzare e che gli garantirà, gradualmente, di accettare sé stesso una volta adulto.
  5. Anche il rispetto è un elemento fondamentale per far sì che il figlio sviluppi autostima: un bambino che riceve rispetto dagli adulti, infatti, tende ad imparare il rispetto di sé. Il rispetto si trasmette rivolgendosi al bambino con la stessa cortesia che si usa tra adulti; prima di dare dello stupido, dell’incapace, del cattivo o del fallito a vostro figlio, vi dovete chiedere se è proprio così che volete farlo sentire.
  6. La visibilità psicologica è un altro elemento fondamentale per la crescita dell’autostima in un figlio; i bambini hanno un desiderio naturale di essere visti, sentiti e capiti, e anche di reazioni appropriate. Se un bambino dice o fa qualcosa e il genitore reagisce in modo che il figlio sente questa reazione coerente col suo comportamento – se ad esempio se al bambino viene voglia di giocare e il genitore lo asseconda, se esprime gioia e il padre o la madre sorridono, se invece esprime tristezza e si sente consolato, se compie un’azione di cui si sente orgoglioso e riceve dei complimenti – allora il figlio si sentirà visto e capito. Si sentirà visibile ai suoi genitori. Al contrario, se il figlio dice o fa qualcosa e il genitore reagisce in modo che non ha senso rispetto al suo comportamento – se ad esempio gli viene voglia di giocare e il genitore diventa ostile, se esprime gioia e il padre o la madre spazientiti dicono di non fare lo stupido, se esprime tristezza e viene accusato di fingere, se invece compie un’azione di cui va orgoglioso e viene ridicolizzato – allora non si sentirà né visto né capito. Si sentirà invisibile davanti ai suoi genitori. Quando trasmettiamo amore, apprezzamento, calore, accettazione e rispetto, facciamo sì che il bambino si senta visibile.
  7. La reazione dei genitori davanti agli errori dei figli, è un altro elemento fatale per l’autostima. Un bambino che si sente rifiutato dai genitori ogni volta che sbaglia, può finire per reagire agli errori praticando il rifiuto di sé. Se ne hanno la possibilità, invece, i bambini imparano spontaneamente e con naturalezza dai loro errori. A volte può essere utile chiedere loro, senza critica, “Che cosa hai imparato? Cosa farai di diverso la prossima volta?”. Del resto, commettere errori fa parte del processo di qualunque tipo di apprendimento.
  8. Diversamente da come si potrebbe pensare i bambini non desiderano una libertà illimitata, anzi: la maggior parte di loro si sente più al sicuro in una struttura autorevole piuttosto che nell’assenza di tale struttura. I bambini hanno bisogno di limiti, senza i quali si sentono ansiosi. Questo è uno dei motivi per cui mettono questi limiti costantemente alla prova: per essere certi che esistano. Hanno bisogno di sapere che c’è qualcuno in ‘cabina di pilotaggio’. I genitori troppo permissivi tendono a generare ansia nei figli. Quindi altro elemento importante per l’autostima di un figlio è dargli una struttura che lo contenga e lo delimiti, senza la quale si sentirebbe smarrito e di conseguenza impaurito.
  9. Un altro elemento fondamentale per lo sviluppo dell’autostima in un figlio è che il bambino sia spronato a dare il meglio di sé, grazie a dei genitori che trasmettano le loro aspettative in modo rispettoso, benevolo e non oppressivo.
  10. E’ poi fondamentale per il figlio che i genitori stessi siano persone con un alto livello di autostima, che siano cioè un esempio di senso di efficacia e rispetto di sé. Il bambino deve avere davanti agli occhi l’esempio vivente di quanto gli occorre imparare.

Concludendo, come genitori possiamo fare molto per i nostri figli affinché, nella loro vita, non manchi l’amore verso sé stessi. Non esistono genitori perfetti, esistono genitori che desiderano migliorare per loro stessi e per chi amano più di ogni altra cosa: i loro figli.

Ricordiamoci che ‘Il maggior nemico dell’uomo è la paura, che appare sotto forme così diverse come la vergogna, la gelosia, la collera, l’insolenza, l’arroganza… Quale è la causa della paura? La mancanza di fiducia in sé stessi’.

 

Ilaria Artusi
L'autrice: Ilaria Artusi
Psicologa e psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Breve Strategica, training autogeno ed autoipnosi. Svolgo attività di consulenza clinica, sostegno psicologico e psicoterapia rivolta al singolo, alla coppia e alla famiglia. Tengo cicli di incontri di divulgazione psicologica rivolti a un pubblico di non specialisti.

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