Chi sono gli Esperti della psiche? Cerchiamo di fare chiarezza e superare la confusione che spesso si cela dietro le figure professionali esperte di psiche.
Apparirebbe assurdo, alla maggioranza di noi, non andare subito dal medico se fisicamente non stessimo bene. E allora, se ad ammalarsi fosse la nostra ‘mente’, non dovremmo forse ugualmente chiedere aiuto? In effetti quando si parla di ‘salute’ s’intende – come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità – uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”. Questa importante definizione racchiude tre dimensioni ‘umane’ – fisica, psichica e sociale – che sono strettamente collegate l’una all’altra. Non possiamo stare bene mentalmente se non abbiamo un corpo che funziona bene e, viceversa, non possiamo sentirci forti ed energici se mentalmente siamo in uno stato di malessere. Allo stesso modo, sentendoci bene fisicamente e mentalmente staremo bene anche in mezzo agli altri e, viceversa, stare bene con gli altri va ad alimentare il nostro benessere psico-fisico. E allora perché molti non ricorrono a un aiuto specialistico per curare un ‘male mentale’ allo stesso modo di come fanno per un ‘male fisico’?
Come esperte del settore, i motivi di questo atteggiamento ambiguo verso il nostro benessere personale ci sembrano principalmente due.
Il primo motivo sta nel fatto che c’è ancora troppa confusione riguardo le competenze dei diversi professionisti della salute mentale. Se mi sento giù di umore, se ho paure, ossessioni, se ho problemi con me stesso o con il mio partner, a chi mi devo rivolgere? Devo affidarmi a uno Psicologo o a uno Psicoterapeuta? E perché qualcuno mi dice che devo andare in ‘analisi’ da uno Psicoanalista? O forse è meglio che vada da uno Psichiatra? Quale è la differenza tra queste figure? Cerchiamo di fare brevemente un po’ di chiarezza.
Lo Psicologo è un laureato in psicologia: è quindi un generico esperto in psicologia, che ha un sapere teorico sulla natura e il funzionamento della mente. E può usare tale conoscenza nei più svariati campi d’applicazione: settore educativo, sociale, consulenza e sostegno alla persona, ma anche selezione e gestione del personale, test psicologici, ricerca scientifica…
Lo Psicoterapeuta aggiunge a questa competenza psicologica di base la teoria e la pratica della psicoterapia, acquisita mediante una scuola di specializzazione. E’ un esperto della gestione e della risoluzione dei problemi psicologici: dalle più semplici difficoltà personali fino alle più drammatiche patologie mentali (ossessioni e fobie, depressione e paranoia, disturbi alimentari e sessuali, psicosi – almeno fino a un certo punto).
Lo Psicoanalista è invece quel terapeuta che segue l’orientamento terapeutico elaborato da Freud, o in senso più largo, da uno dei suoi seguaci diretti e indiretti. Ma oggi gli orientamenti prevalenti in psicoterapia sono altri e ben diversi per modi, tempi e strategie di cura del disagio mentale (strategico, comparato, cognitivo-comportamentale…).
Abbiamo detto che lo Psicoterapeuta è in grado di affrontare le patologie psichiche, comprese le psicosi: qui d’altra parte entra spesso in campo un’altra figura che si occupa a pieno titolo del disagio mentale, lo Psichiatra. Una figura che proviene da tutt’altro percorso: è infatti un medico, specializzato in psichiatria.
La grande, fondamentale differenza – che segue naturalmente da una diversa concezione della natura della mente – tra l’approccio psicoterapeutico e quello psichiatrico alla cura del disagio psichico è nello strumento usato: la parola nel primo caso, il farmaco nel secondo. Perché, schematizzando al massimo, per lo psicoterapeuta si tratta di operare sul vissuto del paziente, mentre per lo psichiatra bisogna agire sulla chimica del cervello.
In realtà, per fortuna, accade spesso che tra psicoterapeuta e psichiatra ci sia una collaborazione, soprattutto per i disturbi psicologici più gravi che richiedono sia un supporto farmacologico che un lavoro di tipo psicologico; oppure in situazioni di ‘emergenza’ per le quali il farmaco è necessario per un iniziale tamponamento del sintomo per poi essere abbandonato gradualmente man mano che procede il lavoro in psicoterapia.
Il secondo motivo per cui ancor oggi si fa fatica ad affrontare il malessere mentale sta nel pudore che si prova a parlare dei propri disagi psichici, frutto del persistente pregiudizio che avere problemi psicologici significhi né più né meno essere pazzi. È allora utile ribadire che non è affatto così, e che in primo luogo è proprio grazie ai progressi della psicologia e della medicina che, in un certo senso, ‘la pazzia non esiste più’, perché anche i più gravi disturbi mentali possono essere affrontati e in parte risolti. E che, in secondo luogo, si può andare da un ‘esperto della mente’ anche senza essere malati: per migliorarsi, crescere, aumentare le proprie risorse. In una parola, per stare meglio con sé e con gli altri. E allora ci auguriamo che le nuove generazioni siano più pronte delle precedenti ad abbandonare i vecchi pregiudizi per una nuova attenzione verso il benessere personale nella sua globalità.