Per Superare la depressione occorre ‘Aliud agere quam nihil’, che significa ‘Fare qualsiasi cosa piuttosto che nulla’.
Purtroppo queste parole di Seneca non valgono per chi soffre di ‘depressione’, perché il ‘depresso’, per definizione, è una persona che rinuncia: rinuncia al piacere in qualsiasi sua forma, rinuncia alla vita in modo globale e totalizzante, si trascina – come un cane attaccato ad un carro che non si arresta – e aspetta solo di arrivare a sera per rifugiarsi in un sonno profondo, unico momento da lui desiderato.
Ciò che nel corso dei secoli ha caratterizzato lo studio, la comprensione e la cura della depressione, e in generale della malattia mentale, è stata la ricerca di una ‘causa prima’: la ricerca rassicurante di un fattore eziologico che potesse tranquillizzare l’uomo, bisognoso per natura di colmare le incertezze della vita, di sottrarsi all’angoscia derivante da ciò che è incontrollabile e sconosciuto. Questo in effetti è stato e continua ad essere il presupposto della maggior parte delle psicoterapie: che esista nel passato una causa, origine di tutti i problemi, e che, una volta rimossa questa, si risolve il problema. Eppure dobbiamo fare due considerazioni: la prima è che il passato, in quanto tale, è immutabile, per cui non si può cambiare; la seconda è che, se anche ipotiziamo l’esistenza di un evento ‘primo’ responsabile dell’insorgenza del problema psicologico, ad esso possono essersi sommati nell’arco degli anni tutta una serie di nuovi e diversi fattori, per cui sarebbe riduttivo focalizzarsi esclusivamente sul primo. Ed eccoci arrivati al presupposto della Terapia Breve Strategica: risolvere la depressione, e in generale qualsiasi tipologia di malattia mentale, non tanto guardando al passato ma focalizzandosi sul presente, in particolare sulle cosiddette Tentate Soluzioni disfunzionali che mantengono e purtroppo alimentano il problema. La ‘rinuncia’ e insieme ad essa il ‘rimandare’ – aspettando senza prendere decisioni – rappresentano le due principali Tentate Soluzioni disfunzionali che caratterizzano questo ‘male oscuro’. E ciò che accomuna tutti coloro che soffrono di depressione è il fatto di sentirsi ‘vittima’ di qualcosa che non si può combattere o superare – motivo per cui poi ci si trova a rinunciare e a rimandare –. Nel caso della depressione sembra che l’idea che fino ad un certo momento la persona aveva di sé stessa, degli altri e del mondo in generale – che definiamo ‘credenza’ – a causa di un evento inatteso, non contemplato, si incrina e si rompe: ecco allora che tutto quello che ha funzionato fino a quel momento non funziona più, tutto ciò in cui la persona credeva crolla rovinosamente a causa dell’accidente’ imprevisto e la persona si ritrova completamente disarmata, impotente, con la sola idea che la situazione in cui si trova sia assolutamente immutabile. Rabbia, dolore, paura; queste le principali emozioni del depresso, che tuttavia spesso non esprime ma cerca di controllare, generando solamente un circolo vizioso ancora più negativo, perché tutto ciò che non si scarica all’esterno si scarica all’interno; ecco allora che spesso alla depressione si uniscono pensieri ossessivi, dubbi patologici, paranoie e manie persecutorie. Dobbiamo anche considerare il fatto che molto spesso i familiari, per cercare di sollevare la persona che soffre di depressione, cercano di farle vedere quanto la vita può in realtà essere bella, quanto può ancora offrirle; senza però sapere che questi inviti portano inevitabilmente ad affossare ancora di più chi, in quanto depresso, non riesce a vedere e a sentire quello che gli altri vorrebbero trasmettergli.
Bloccare le Tentate Soluzioni disfunzionali – del paziente e della famiglia – è il primo passo della Terapia Strategica per chi soffre di questo male; tuttavia questo non è sempre sufficiente, dal momento che molto spesso dietro a questa maschera ‘oscura’ si nasconde una personalità fragile e insicura, che necessita di una guida; il terapeuta deve allora diventare un punto di riferimento fondamentale che aiuti la persona ad uscire da vecchie dinamiche – sia nei confronti di sé stesso che nei confronti degli altri e del mondo – così da riscoprire, o scoprire per la prima volta, il piacere di vivere e di progettare, guardando con occhi diversi il passato, il presente ma soprattutto il proprio futuro. Come scriveva Marcel Proust ‘Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuove terre ma avere nuovi occhi’: questo è, in breve, ciò che accade alla persona che esce dalla depressione.